Da www.fidal.it
Le due gare assolute dei XX Campionati Europei di cross di
Belgrado portano all'Italia soprattutto l'ottavo posto della 23enne
pugliese Veronica Inglese, protagonista ritrovata - dopo due interventi
al piede destro - del mezzofondo azzurro, abile a ritagliarsi uno spazio
nell'élite continentale della corsa sui prati. Quarte nel computo
complessivo le azzurre, con Nadia Ejjafini 18esima ed Elena Romagnolo
34esima. Tra gli uomini, ritiro dopo circa sei chilometri di gara per
Daniele Meucci. Senza il pisano, la squadra (Gianmarco Buttazzo,
30esimo, è il milgiore italiano) si ferma all'ottavo posto.
Il podio della gara donne rimane una chimera, ed è l’ennesimo quarto
posto di giornata, nell’Europeo di cross di Belgrado. Ma c’è
soddisfazione per il recupero di un’atleta ancora giovanissima, le cui
tracce (a causa di ricorrenti problemi fisici) si erano praticamente
perdute. Si tratta di Veronica Inglese, bersagliata
dalla malasorte negli ultimi due anni (altrettante operazioni per la
rimozione di uno sperone osseo al piede destro) ed oggi eccellente
ottava al termine di una corsa in costante rimonta. La pugliese finisce
non lontana dalle prime (oro alla francese Duarte,
autrice dell’azione decisiva a un giro e mezzo dal traguardo) rispetto
alle quali, nei metri conclusivi, appare come in possesso di una marcia
in più. In avvio è la norvegese Grovdal ad animare la gara, partendo con un primo giro da quattrocentista ed allungando la fila delle inseguitrici; tra loro, Nadia Ejjafini
si mette in luce, cercando il ritmo giusto per l’inseguimento. L’azione
della Grovdal si spegne nel giro di un paio di chilometri, ed un gruppo
di sette si compone alla testa della corsa; non c’è però la Ejjafini,
la cui gara risulta probabilmente compromessa da quei primi due
chilometri percorsi con il contagiri in zona rossa. Sale invece la
Inglese, in progresso costante: quindicesima, dodicesima, decima, e poi
ottava. Ejjafini scivola indietro ma chiude comunque tra le prime 20,
18esima. Le altre azzurre partono abbastanza bene, ma finiscono col
cedere posizioni, ampliando quel distacco dal bronzo di squadra apparso,
per almeno metà gara, davvero esiguo. Elena Romagnolo alla fine è trentaquattresima, appena tre posti davanti ad una tenace Elisa Desco (46esima Valeria Roffino, 51esima Silvia La Barbera).
“E’ bellissimo essere qui a festeggiare questo piazzamento – sorride la
giovane pugliese, originaria di Barletta, 23 anni compiuti da poco,
maglia Esercito – soprattutto perché penso a quanto ho atteso di
rientrare. Lo scorso anno ho visto i Campionati Europei di campestre da
casa, con le stampelle…ero appena stata operata per la seconda volta,
posso dire che il recupero è stato più che positivo. Ora il Campaccio
del 6 gennaio, e qualche altro cross, prima di prepararmi per la pista.
Nella stagione estiva punti ai 10000 metri, spero di ottenere il minimo
di partecipazione ai Campionati Europei di Zurigo”.
E’ finita male, al contrario, la prova della squadra senior maschile.
Tanto trionfale era stata l’edizione di Budapest 2012 (tre medaglie,
oro-bronzo Lalli-Meucci, bronzo di squadra), tanto mesta è apparsa, alla
fine, questa di Belgrado. Eppure, all’inizio, le cose sembravano
essersi messe assai bene per Daniele Meucci, che aveva
percorso i primi 4 chilometri sul ritmo dei migliori (quinto posto
parziale, a sette secondi dalla testa). Poi, nel giro successivo, al
pisano si è come spenta la luce, e poco prima del sesto chilometro, è
arrivata la rinuncia (quando l’azzurro viaggiava intorno al ventesimo
posto. In testa, tutto facile per lo spagnolo Alemayehu Bezabeh, bravo a lasciare la compagnia proprio in coincidenza della caduta del turco Arikan
Polat Kemboi (uno dei favoriti, avvenuta intorno al terzo chilometro),
per poi andar via con una progressione costante ed irresistibile.
Encomiabile la condotta dello stesso Arikan, abile a risalire le
posizioni perdute fino all’argento, precedendo il britannico Andy Vernon
(volata per il bronzo ai danni del belga D’Hoedt). Doppietta d’oro per
la Spagna, che aggiunge al trionfo di Bezabeh anche quello a squadre
(argento al Belgio, bronzo alla Gran Bretagna). Per l’Italia, solo
l’ottavo posto, con Gianmarco Buttazzo (trentesimo) a risultare alla
fine il migliore dei nostri al traguardo; 35esimo posto per l’esordiente
Gabriele Carletti e 40esimo per Gabriele De Nard, con Nasti 46esimo e
Baldaccini 55esimo. Un risultato d’assieme, purtroppo va sottolineato,
non all’altezza del recente passato azzurro nella manifestazione: la
squadra maschile di campestre non scivolava così indietro in un Europeo
dall’edizione di Toro 2007 (anche allora ottavo posto). "Purtroppo non
andavo avanti - racconta Daniele Meucci - inutile aggiungere altre
parole. Ho provato a stare in testa, con i migliori, ma dopo metà gara
non c'ero più".
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