mercoledì 29 febbraio 2012

GIRO DEI GRASSI

Da www.podisti.net

Era il 1973 e due giovani comici milanesi, Cochi e Renato, spopolavano in TV con un programma che si intitolava: “Il Poeta e il Contadino”. Uno degli sketch di maggior successo era uno “spaccato” di vita rurale dove un contadino (Renato) ospitava suo malgrado un poeta (Cochi) mentre la radio del contadino, rigorosamente a valvole, emetteva senza essere mai stata accesa lo stentoreo annuncio: “Notizie dalla Val Trompia”.
Incuriosito, ricordo che guardai sul “Wikipedia” di allora, l’atlante geografico, dove fosse ubicata questa tanto citata Val Trompia. Risposta: provincia di Brescia, Lombardia… una valle incastonata tra le Prealpi a est del lago d’Iseo. La valle d’oro, veniva chiamata allora, per la massiccia presenza di industrie proprio ai piedi dei monti.
Quei monti, che 39 anni dopo, osservano dall’alto lo scalpitìo frenetico di 500 gambe ben allenate e più o meno muscolose darsi battaglia al terzo giro dei Grassi.
Quattordici chilometri circa per 700 metri di dislivello positivo: un trail breve, ma muscolare che racchiude in sé numerose variazioni di percorso. Si va dalla salita ripida e “cattiva” al falsopiano; dalla discesa tecnica e rocciosa alla comoda mulattiera. Ce n’è per tutti i gusti: dal trailer veloce allo skyrunner, allo stradista pentito. Come me, che da non molto si è affacciato nel mondo “off-road” ma che già si sta prendendo le sue soddisfazioni.
C’è caldo oggi a Concesio ed è strano questo fenomeno atmosferico, che trasforma un “winter” in uno “spring” e anche di più, condizione che mi induce ad abbandonare la manica lunga per la variopinta manica corta della società.
Qui si dice che il giro dei Grassi non è reale se non è coperto dalla bianca coltre, ma alzi la mano colui che non ha gradito la temperatura e il fondo trovati oggi.
Sentieri perfetti, leggermente umidi e fangosi in alcuni punti, ma corribili senza particolari patemi. Talmente perfetti che molti, ingolositi dalle discese lunghe e tecniche, sono rimasti loro malgrado protagonisti involontari di rovinosi capitomboli e fastidiose piccole distorsioni.
Chiuse le iscrizioni un giorno prima del previsto, gli organizzatori si sono visti piombare nel piccolo centro bresciano ben 250 atleti e 200 camminatori. Tra questi gli amici di Podismo Brianza e altri amici conosciuti durante le mie scorribande podistiche. Mi accompagna Sabrina, con la quale solo 24 ore prima mi ero avventurato in un giro sul Cornizzolo, Ale (il Presti-president) e Savino. Ben rappresentata quindi la piccola ma già carica pattuglia della Carvico Skyrunner e alle 9.15, sulle note di Run To The Hills degli amati Iron Maiden, si parte.
Subito Ale mi supera, grande protagonista con un tempone e un grande 26esimo posto finale e mentre l’asfalto lascia il posto al primo lungo “muro” mi superano ancora una ventina di atleti, chi senza e chi con le utilissime, in questi casi, racchette. Non mi sfugge Cinzia, davanti a me, ma non di molto. Cinzia sarà il mio punto di riferimento per tutta la salita che finisce davanti ad un cartello che sa di falsissimo: 3,5 km quando in realtà ne abbiamo percorsi poco meno di tre.
Primo ristoro, fatto, e via su un lungo falsopiano a mezza costa inglobato in un bosco di castagni che già presentava un rassicurante aspetto primaverile. Affianco Cinzia mentre poco più avanti vi è Fluido e il solo fatto di percorrere svariati chilometri fianco a fianco con due “mahatma” del trail mi fa sentire quasi di troppo anche se Cinzia, molto umilmente, mi chiede che cosa stia facendo lì con loro, nel senso che, per lei, dovrei essere più avanti (maddechè!).
Alla lunga arrivo perfino a precederli, anche se so che nel primo dei tratti in discesa, quello maggiormente tecnico, verrò sicuramente superato da entrambi. Un trenino molto pimpante, al quale mi accodo volentieri, mi porta fin sull’ultima asperità del percorso: una breve ma ripidissima salita che ci farà scollinare definitivamente. E poi, come dice il Presti-president: giù a cannone.. ma i cannoni sono Cinzia e Fluido, che, come da pronostico, mi fanno pelo, contropelo e baffi.
Ovvio in me il “non-intento” di cercare di seguirli, ma comunque sono soddisfatto di come affronto le discese soprattutto la seconda parte di quel lungo serpentone in terra e fogliame che ci divide dal centro abitato. E mentre comincio a fare sul serio, l’atleta dietro di me stramazza al suolo. Lo spirito trail (ma soprattutto il mio, di spirito) mi induce a fermarmi e chiedere al malcapitato quale sia la sua condizione. Mi, anzi ci rassicura prima con le mani e poi a voce… e quindi via di nuovo: a cannone!
Purtroppo un inconveniente che non ha sortito effetti negativi a chi mi seguiva l’ha sortito ad altri: più di uno con le caviglie tumefatte o le ginocchia sbucciate, come quando eravamo bambini e si cadeva dalle biciclette, mentre alla TV spopolavano i due giovani comici milanesi.
Credo che farsi dare della “capra” in tutte le situazioni immaginabili sia una sorta di offesa, ma non in quella. Due atleti sportivamente si spostano sentendo il rumore dei piedoni di tre atleti che li seguono dettare ritmi a quel punto altissimi. E mentre si spostano uno grida all’altro: “ma come fanno? Sono delle capre!”. Ecco come un’offesa può trasformarsi in un complimento! E le tre “capre” proseguono senza tregua fino all’ultimo chilometro, questa volta ben segnalato. E ultimo chilometro spesso coincide col ritrovato asfalto che porta all’arrivo. Abituato maggiormente a quel tipo di terreno accelero ancora e supero ancora diversi atleti prima di fiondarmi al traguardo, ancora sulle note degli Irons, e ricevere la foto e i complimenti di Ale, complimenti che naturalmente giro a lui per la grandiosa prestazione. E a proposito di prestazione, Cinzia sarà eccellente seconda assoluta “scortata” da Fluido, ad una trentina di secondi dal mio arrivo. E giungere ad una manciata di secondi da queste “grandi anime” del fuoristrada rende la misura della mia buonissima prova.
Buonissima prova che fa il paio con quella di Davide, che giungerà con l’ottimo 1h27’ e con un sorrisone grande così.
Attendiamo l’arrivo di Savino e poi tutti in doccia, doccia per uomini veri: fredda!! Tornando mi vedo l’arrivo di Fiona, purtroppo anche lei vittima di una caduta sbuccia ginocchia, mentre Sabrina, che pare sia arrivata da una gita al lago nonostante la faticaccia di sabato, già si sta gustando la prima delle due birre gentilmente offerte dal ristoro finale.
Di fatto le notizie dalla Val Trompia terminano qui e sono solo buone notizie, finalmente. Ma se in Voi non hanno suscitato grande ilarità ed interesse beh.. nessun problema: un click su youtube, cercate Cochi e Renato ne “Il Poeta e il Contadino” e dite loro che Vi mando io, pettorale 226! Sicuramente un sorriso ve lo strapperanno, come quello di Davide.

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